Gabriella Corsi e Fabio Garbari


La memoria della diversità


L‘Arcipelago toscano, secondo un recentissimo inventario floristico ancora inedito, ospita 1568 specie di piante vascolari spontanee o naturalizzate; 1209 vivono sull‘Isola d‘Elba. Tanta precisione di dati si basa sulla possibilità per gli studiosi di controllare migliaia e migliaia di campioni depositati durante il tempo negli Erbari degli Orti Botanici e di Musei dove sono conservate – con altri reperti naturalistici – tutte le piante raccolte ed essiccate dai botanici che hanno operato in Toscana dalla seconda metà del XVI secolo ad oggi. Con pazienza e perizia, centinaia di specie sono state identificate, catalogate, ordinate su fogli di carta muniti di un‘etichetta con scritto il luogo, la data, il nome del raccoglitore ed eventuali altre notizie, fonte di preziose informazioni scientifiche.


II metodo di seccare le piante e conservarle incollate o spillate su carta, a testimonianza della presenza - in determinati luoghi e tempi - di una specie vegetale, sembra sia stato proposto ed applicato per la prima volta da Luca Ghini, fondatore degli Orti Botanici di Pisa e di Firenze tra il 1544 e il 1545. Questo sistema, a tutt'oggi insuperato mezzo di documentazione floristica, fitogeografica, sistematica, tassonomica ed ecologica, e praticato da tutti i botanici del mondo. Negli Erbari di diversi Paesi sono conserva­te, tra milioni di campioni recenti, le raccolte dei grandi naturalisti del passato: a Londra di Linneo, a Parigi di Lamarck, a Ginevra di De Candolle... A Firenze, dove vi e uno dei più importanti Erbari d'Europa, con circa 4 milioni di exsiccata, si trovano le piante di Andrea Cesalpino, con nomi scritti in latino, greco e italiano. Medico e scienziato insigne, Cesalpino era stato allievo e successore a Pisa di Ghini, del quale aveva continuato l'opera. Entrambi avevano erborizzato all'Elba, attirati dalla bellezza dei luoghi e dalla preziosità della flora.


Le isole, come le montagne, hanno sempre attirato i botanici soprattutto per due motivi: la peculiarità di certe specie, non reperibili nelle terre continentali; la presenza di elementi floristici - generalmente rari e confinati in particolari habitat - che consentono di spiegare le probabili connessioni nel passato con la terraferma non solo in termini paleogeografici e geologici ma anche paleoclimatici e ambientali.
Lo studio delle piante dell'Elba e dell'Arcipelago toscano in genere testimonia i collegamenti e le migrazioni floristiche realizzatisi - in tempi e modi diversi - tra queste isole e il sistema sardo-corso, la Toscana occidentale e la Francia meridionale. All’isolamento di carattere fisico-geografico corrisponde inoltre una "deriva genetica" che in tempi geologici ha marcato i fenomeni più significativi dell'endemizzazione floristica. Le indagini di tipo sistematico indicano quali siano stati i processi della differenziazione e dell'evoluzione di molte entità a partire dalle stirpi originarie. Le isole sono da sempre un laboratorio naturale di immenso valore biologico: le leggi della genetica, le relazioni e la concorrenza tra gli organismi animali e vegetali, i modi per evolvere e sopravvivere, la selezione tra e nelle popolazioni, la tendenza alla conservazione e nel contempo la necessaria flessibilità all'adattamento, sono solo alcuni dei fenomeni di elezione connessi con l'insularità. Per non parlare delle comunità umane, limitate da parametri ambientali talvolta ineludibili, spesso circoscritte sul piano etnografico e antropologico, comunque in strettissima interdipendenza con il territorio e le sue risorse.
Le isole si propongono in definitiva come contenitori di diversità e di unicità biologiche. Sono queste le ricchezze reali che rappresentano la memoria del passato, che e la premessa del divenire. Anche un piccolo erbario, con le informazioni che contiene, contribuisce a ricordare, con le piante testimoni, sia la diversità della vita vegetale sia la possibilità di usarne beneficamente le parti. Raccogliendo con consapevolezza e con amore i frutti della terra, si può giungere ad un'equilibrata coevoluzione tra l'uomo e le risorse che e condizione essenziale per il perpetuarsi della vita.


Orto Botanico dell'Università di Pisa


28 febbraio 1993
(Introduzione ai Quaderni di Santa Caterina, Nr. 4, Speciale Botanica, Edizioni S.Caterina,
Rio nell’Elba,1994)


© Fabio Garbari