Costanza Lunardi


Hans e le rose


Nel periodo della fioritura Hans Berger ogni mattina all‘alba, seduto nell‘erba in solitudine e silenzio, contempla le rose del suo roseto. Si apre alla rosa nell‘attesa di accogliere quello che la rosa offre. Uno dei più grandi piaceri. Non solo di carattere estetico e sentimentale di origine romantica, ma di natura più profonda, che ha le sue radici in Rainer Maria Rilke e Angelus Silesius, secondo cui la rosa e la manifestazione di una vibrazione mistica legata al divino.
II filo della memoria lega il „Contemporaneo delle ro­se“ (titolo di un suo scritto) all‘infanzia a Treviri, città natale di Hans, e alle rose della nonna in un giardino sulla Mosella, protetto da mura intorno alla casa barocca, spazio di profumi e forme e bellezza delle rose antiche. II primo ricordo in­fantile della percezione di una vaga sensualità e per Hans assimilato a una rosa americana degli anni Trenta, la „New Dawn“, dalla pelle perlacea di conchiglia rosata: seduto ai suoi piedi, il bambino si lasciava ricoprire dai petali.

 

Hans Georg Berger Rosa New Dawn from the series ROSES


L‘intimo giardino delle rose di Berger occupa lo spazio dell‘antico hortus conclusus conventuale dell‘Eremo di Santa Caterina all‘Isola d‘Elba, nel comune di Rio nell‘Elba. Hans e approdato qui nel 1977, trovando un luogo abbandonato e ricoperto di rovi cui ha deciso di restituire nuova vita, ricreando il giardino segreto della meditazione spirituale e dell‘ispirazione artistica: in questo „plein air-laboratorio“ trovano ospitalità artisti che, da ogni parte del mondo, dedicano il soggiorno all‘impegno creativo. Un conclusus insolito, per tre lati delimitato dalle pendici del monte Serra e dall‘antico romitorio e avendo come quarto muro la distesa del mare.


I fiori semplici della rosa „Cooper's Burmese“, antica cultivar della Rosa levigata cinese, disegnano farfalle bianche sul muro grigio dell‘Eremo, mossi dalla brezza, memori di provenire dalla valle birmana dove Hans li vide la prima volta, arrampicati per 8-9 metri su alti pini e ricadenti verso il basso. Scossi da un vento dolcissimo e caldo di profumo, lasciavano cadere centinaia di petali.


Durante la visita „pastorale“ nel roseto dell‘anima, da ogni rosaio Hans stacca, in dono, una rosa senza gambo: nelle mani, simili a una coppa, i fiori appaiono come un‘offerta votiva. La Rosa banksiae lutea si aggiunge alle Noisette e alle rose del­la rara collezione di rose lambertiane, che Peter Lambert, uno specialista di Treviri, creò agli inizi del Novecento, oggi quasi perdute ma che Hans e riuscito a ritrovare nell‘antico roseto di Sangerhausen in Turingia.


II progetto botanico di Hans Ber­ger all‘Eremo di Santa Caterina non si e fermato qui. „Non volevo fare il turista estivo, il territorio mi dava una responsabilità“, afferma. La risposta a questa istanza e stata la creazione di un „Orto dei Semplici Elbano“: luogo di raccolta e coltivazione della ricca biodiversità botanica dell‘isola, in dialogo con il Parco dell‘Arcipelago toscano e a sostegno delle ragioni della sua istituzione. L‘Orto, inaugurato nel 1997, sorprende per come e stata interpretata l‘antica memoria degli orti medievali e dei piccoli giardini arabi, in armoniosa assonanza con l‘anima del luogo e la sua natura paesaggistica mineraria, attraverso l‘essenzialità compositiva e lo spirituale minimalismo delle linee e dei materiali (il disegno dell’Orto e degli architetti Roberto Gabetti e Aimaro Isola, con Guido Drocco).


Le sezioni dell‘Orto non contengono soltanto le piante della vegetazione spontanea e le antiche specie fruttifere. Ospitano anche le opere degli artisti del cenacolo di Santa Caterina, i poetici lavori sulla terracotta e la capillarità di Cesario Carena, l‘astratto e lirico „Eisenherbarium“, in gesso e ferro, di Susanne Besch, che con gli stessi materiali ha realizzato una piccola tribù di papaveri posati accanto a quelli naturali.


(2006)


© Costanza Lunardi